L'importanza di questo sito è data dalla continuità esistente tra le fasi di abitazione della fine del Paleolitico Superiore e quelle del Mesolitico, anche se tra i due periodi di frequentazione vi è una distanza di tempo di più di 1.000 anni. Non sono state rinvenute capanne o altre strutture abitative, ma particolarmente numerosi sono gli strumenti litici, concentrati in un'area ristretta, ricca di carboni di focolari; purtroppo sono risultati completamente assenti i resti di animali per problemi di conservazione delle ossa nel terreno.
Lo strato riferibile alla fine del Paleolitico Superiore ha una datazione, effettuata sui resti dei carboni, di circa 10.000 anni da oggi e presenta una abbondante industria litica. Si tratta di strumenti realizzati in selce, di piccole dimensioni, costituiti soprattutto da grattatoi e da strumenti a dorso, ma anche da qualche strumento di forma geometrica. Dall'analisi dei carboni di legno risulta la presenza nell'area circostante di una vegetazione a copertura rada, fatta di cespugli di laburno, acero, frassino e nocciolo, con una certa abbondanza di abete bianco, mentre la quercia fu piuttosto scarsa.
L'insediamento è importante soprattutto per la sua lunga frequentazione durante il Mesolitico, con datazioni che vanno da circa 9.000 fino a 7.000 anni da oggi. L'industria litica risulta molto abbondante ed è caratterizzata dalla presenza di piccolissime punte a dorso e di manufatti di forma geometrica, dalle dimensioni molto ridotte (circa 1 cm) utilizzate come "armature" (pezzi taglienti) montate lateralmente sulle lance in legno per le attività di caccia e pesca. Durante lo scavo lo strato mesolitico ha evidenziato un graduale cambiamento nel tipo di manufatti prodotti: mentre negli strati più antichi gli strumenti geometrici presentano soprattutto forma di semiluna, nei livelli più recenti diventano caratteristiche le forme triangolari.
Lo studio della vegetazione attraverso l'analisi dei carboni, mostra la presenza di specie più calde rispetto alla fase del Paleolitico Superiore finale, con un aumento soprattutto delle querce caducifoglie e dell'abete bianco. Inoltre a Isola Santa è stata rinvenuta una grande quantità di gusci di nocciole carbonizzate, che dovevano essere parte integrante della alimentazione dei gruppi umani, sicuramente assieme ad altri frutti e bacche che non hanno lasciato traccia. L'abbondanza di gusci di nocciole ci ha permesso di dedurre che quest'insediamento, situato in media montagna, fu frequentato anche durante l'estate, probabilmente per la sua posizione favorevole che permetteva di raggiungere in poco tempo le quote più elevate. Quindi, nonostante che durante il Mesolitico le popolazioni, nel periodo estivo, fossero solite spostarsi dagli insediamenti di fondovalle verso i crinali appenninici per cacciare la selvaggina di alta montagna e approvvigionarsi di selce, l'insediamento di Isola Santa non venne mai completamente abbandonato. I gruppi umani vi facevano ritorno regolarmente nel corso dell'anno per svolgere le loro attività quotidiane e per raccogliere frutti e altri vegetali importanti per la loro sussistenza.
(testi di ALESSANDRA BERTON, MARZIA BONATO, STEFANIA CAMPETTI, LAURA PERRINI)