La tomba di Villa Mansi era composta da un'olla di bucchero che conteneva le ceneri del defunto, chiusa da una coppetta; il cinerario era stato poi protetto da un piccolo dolio capovolto. L'olla era decorata sul collo e sulla spalla da una serie di rosette impresse, che ricordano da vicino l'olletta della tomba di via del Poggione: forma e tipo di decorazione sono riferibili alla produzione di bucchero del territorio pisano.
La struttura della tomba trova puntuali confronti nella necropoli di S. Concordio-via Squaglia e in alcune necropoli di Pisa, dove ritornano sia l'uso dell'olla in bucchero come cinerario, sia la protezione costituita da piccoli doli capovolti. Questa pratica, forse un'economica sostituzione della cassetta litica, si riscontra comunque diffusamente in tutto l'angolo nord-occidentale dell'Etruria.
I materiali ed il tipo di sepoltura consentono di riferire la tomba di Villa Mansi agli anni di passaggio tra il VII e il VI secolo a.C.
È possibile che la sepoltura sia il relitto di una più ampia area di necropoli, come potrebbero suggerire i frammenti di altri vasi in bucchero segnalati al momento del recupero, nel corso di lavori agricoli.