Al momento del ritrovamento, durante occasionali lavori di sbancamento in località Monte Ceneri, la sepoltura venne probabilmente sconvolta e i materiali furono recuperati ormai dispersi, mentre le lastre di pietra, probabilmente relative alla cassetta di protezione, andarono perdute. Gli oggetti conservati sembrano comunque pertinenti ad un'unica tomba, certamente femminile, ma non è da escludere che essa facesse parte di una piccola necropoli a carattere famigliare, secondo un uso documentato da altri rinvenimenti.
I resti combusti della defunta erano deposti entro un'olla d'impasto; il cinerario era inoltre accompagnato da un'olla più piccola, una coppa in ceramica a vernice nera di produzione nord-etrusca e alcuni oggetti in ferro di cui restano solo frammenti. Elementi relativi all'abbigliamento, realizzati in bronzo, sono i quattro "bottoni", probabilmente in origine applicati ad una cintura, e le due fibule. Sono invece pertinenti all'ornamento personale una piccola spirale "fermatrecce", sempre in bronzo, e alcuni grani di collana di ambra e di pasta vitrea blu con decorazione "a occhi". La presenza di una fuseruola d'impasto, infine, caratterizza la defunta come una donna, in riferimento all'attività, tipicamente femminile, della filatura.
L'insieme dei materiali consente di datare la sepoltura intorno alla metà del III secolo a.C.; allo stesso orizzonte cronologico riconduce anche la maggior parte degli oggetti provenienti dalla necropoli di Val di Vaiana, evidenziando la particolare fioritura degli insediamenti liguri della valle del Serchio nel periodo, relativamente stabile, che precede il deciso inasprimento del conflitto con Roma alla fine del III secolo a.C.