I due bronzetti, rinvenuti nel 1925 insieme ad un grande ciottolo con segni graffiti di dubbia interpretazione, rappresentano una divinità maschile con elmo e corazza ed una figura femminile ammantata. Risalenti al V secolo a.C. e di evidente carattere votivo, documentano l'esistenza, presso Ponte a Moriano, di un luogo di culto etrusco, probabilmente connesso con il percorso che, seguendo la valle del Serchio, raggiungeva i passi appenninici e l'area etrusca padana. Non è improbabile che in questo periodo, in cui altri piccoli abitati etruschi nella media e alta valle del Serchio (Buca di Castelvenere) segnano le tappe degli itinerari transappenninici, un insediamento sorgesse anche a Ponte a Moriano, punto nodale di collegamento, attraverso la piana lucchese, con i centri etruschi di Pisa e Volterra.
Un'occupazione etrusca è certamente documentata in epoca successiva, in un quadro di popolamento completamente mutato dall'occupazione ligure delle aree montane della valle del Serchio (Monte Pisone; Colle delle Carbonaie; Castelvecchio Pascoli; Pietra Pertusa).
I rinvenimenti degli anni '70, databili tra la fine del IV e il III secolo a.C., costituiscono un insieme omogeneo di oggetti, pertinente forse ad un'unica tomba, maschile e piuttosto ricca: accanto alla ceramica a vernice nera è infatti presente anche vasellame in bronzo, un coltello e una punta di lancia in ferro. Di particolare interesse sono tre coppe in ceramica a vernice nera, ciascuna con un'iscrizione in caratteri etruschi, graffita all'esterno, che riporta il nome famigliare percna, in riferimento al proprietario.
Ceramiche a vernice nera databili nel III secolo a.C., oltre ad un cippo a clava di carattere funerario, compaiono anche tra i materiali rinvenuti alla fine dell'800, a conferma della presenza presso Ponte a Moriano di un abitato etrusco. In questa epoca, l'insediamento, che segna il confine settentrionale dell'area di penetrazione etrusca, doveva avere un ruolo importante, non solo per il controllo e la difesa, ma anche quale luogo di scambio con i Liguri Apuani, che, a loro volta, lo potevano controllare dall'abitato di altura di Pietra Pertusa.
Una parte dei reperti recuperati nel 1890 è invece databile nel II secolo a.C., subito dopo la fondazione coloniale di Lucca, e presenta notevoli analogie con la piccola necropoli ligure di Marlia: oltre al tipo di cinerario, costituito da un'olla d'impasto coperta da una coppa a vernice nera, è documentato anche lo stesso particolare costume funerario, con deposizione entro anfora tagliata a metà. È possibile quindi che, nel riordinamento romano del territorio, un piccolo gruppo di Liguri, ormai pacificato, sia stato insediato presso Ponte a Moriano, ai margini della pianura colonizzata e a presidio del percorso fluviale.