Secondo le notizie del rinvenimento, la tomba era costituta da un dolio d'impasto, interrato e coperto da una lastra di pietra. Un cratere attico a figure rosse, attribuibile al Pittore del Porco (480-470 a.C.), fungeva da cinerario; la scena principale raffigura il mito di Teseo che uccide il Minotauro. All'interno del vaso, insieme ai resti combusti della defunta, certamente una donna, furono rinvenuti numerosi oggetti di ornamento personale. Due grani di collana in ambra e un corredo di oreficerie, in lamina d'oro decorata a sbalzo e a stampo, che comprende: una coppia di orecchini a bauletto; uno spillone con capocchia a forma di melagrana; pendenti di collana configurati ad arpia, coroncina, pigna, ghianda, fiori di loto e bacca; undici piccole fibule e sei placchette a forma di volatile, probabilmente in origine applicate a tessuti. L'insieme dei materiali conferma la cronologia, ai primi decenni del V secolo a.C., offerta dal cinerario.
Sebbene il rituale funerario ripeta ancora le consuetudini dell'età del Ferro, sostituendo solo la semplice olla con un vaso di maggior pregio, la ricchezza del corredo testimonia il notevole livello economico che poteva essere raggiunto, in questo periodo, dagli Etruschi insediati nella piana lucchese (Chiarone, Fossa Nera, Tempagnano, Romito di Pozzuolo). L'espansione demografica, già avviata alla fine del VII secolo a.C., raggiunse infatti il culmine proprio nella prima metà del V secolo a.C.