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Informazioni

Stagione consigliata: Primavera - Estate
Epoca: Fine VI-V secolo a.C.; prima metà del III secolo a.C.
Frazione / Località: Lucca, località Pozzuolo
Comprensorio: Piana di Lucca
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La collina del Romito di Pozzuolo (m 165 s.l.m.), sulle propaggini dei Monti Pisani a sud-ovest di Lucca, domina un tratto della piana lucchese ove in età antica scorreva un ramo meridionale dell'Auser che confluiva nell'Arno a Pisa, testimoniato ancora dal canale Ozzeri.
L'abitato etrusco è stato individuato casualmente nel 1984, in occasione di lavori di scavo per un acquedotto. L'azione dei mezzi meccanici, che aprirono un profondo scavo sulla cima del rilievo, provocò la distruzione di gran parte dei sedimenti archeologici relativi all'insediamento più antico, dell'età tardo arcaica e classica, documentato dai reperti ceramici recuperati in seguito. Un saggio di scavo, effettuato nell'autunno 1985, permise invece di indagare una porzione del successivo abitato di età ellenistica.
Nel sistema del popolamento etrusco nell'area lucchese, la formazione di insediamenti di altura, posti a controllo delle principali vie di comunicazione, è un'innovazione dei decenni finali del VI secolo a.C.; oltre a Romito di Pozzuolo, sono noti infatti insediamenti etruschi a Monte Cotrozzi, sempre sui Monti Pisani, che domina la via per Pisa attraverso S. Giuliano, e a Montecatino, a controllo della Val Freddana, tramite fra la Piana di Lucca e la Versilia.
(testo di SUSANNA BIANCHINI)
Lucca, località Pozzuolo
Resti non visibili; alcuni reperti sono esposti al Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca.
L'insediamento più antico (fine VI - V sec. a.C.) venne impiantato su un versante della collina regolarizzato con tagli e livellamenti artificiali della roccia scistosa di base. Le abitazioni dovevano essere semplici capanne con struttura lignea e rivestimento di argilla impastata con pietrisco. Tra i reperti recuperati, sono presenti frammenti ceramici con brevi iscrizioni in caratteri etruschi, indizio di una certa diffusione della scrittura che, in questa epoca, nell'area lucchese, pare caratterizzare solo gli insediamenti di altura. Secondo un'ipotesi suggestiva, questi abitati, situati in posizione eminente, avevano forse funzione amministrativa e di controllo sugli insediamenti agricoli di pianura. Con la crisi ecologica che, nella seconda metà del V secolo a.C., travolge tutto il popolamento etrusco della piana lucchese, scompaiono infatti anche gli abitati d'altura come Romito di Pozzuolo.
Agli inizi del III secolo a.C., con un'ampia opera di livellamento, il sito venne nuovamente occupato. Le abitazioni erano realizzate ancora con legno e argilla impastata, ma nelle coperture comincia a diffondersi anche l'uso di laterizi.
Di notevole interesse è il ritrovamento di un tesoretto di otto monete d'argento che furono perdute, o deliberatamente nascoste, nell'abitato: tre esemplari con la raffigurazione dell'ippocampo che nuota tra delfini, e quattro con la raffigurazione del cigno, che potrebbe alludere alle lagune costiere. È molto probabile che si tratti della monetazione etrusca della città di Pisa, sia per i soggetti marini rappresentati, che ben si addicono ad un importante centro portuale, sia per l'area di diffusione che, accanto a Romito di Pozzuolo vede l'insediamento di Bora dei Frati in Versilia .
Tra i numerosi reperti ceramici recuperati nello scavo, è presente vasellame da tavola a vernice nera, di produzione romano-laziale ed etrusca; ceramiche fini "grige", anch'esse destinate agli usi della mensa, ampiamente diffuse e probabilmente prodotte in area pisana; ceramiche da cucina d'impasto grossolano (olle, bacini, coperchi e contenitori da dispensa).
Anfore vinarie etrusche e massaliote, caratteristici bacini prodotti in Etruria meridionale e frammenti di macine in pietra vulcanica, testimoniano, insieme alla ceramica a vernice nera d'importazione, il pieno inserimento di Romito di Pozzuolo nella rete dei traffici marittimi fiorenti nella prima metà del III secolo a.C., evidenziando la funzione commerciale, forse prevalente, dell'abitato.
Le cause dell'abbandono, probabilmente poco prima della metà del III secolo a.C., restano incerte, ma è possibile che vi abbiano influito sia eventi connessi con la prima guerra punica (264-241 a.C.), sia l'arrivo delle popolazioni liguri nella valle del Serchio.
  • CIAMPOLTRINI G., Aspetti dell'insediamento etrusco nella valle del Serchio: il V sec. a.C., in "Studi Etruschi" LIX, 1994
  • CIAMPOLTRINI G., ZECCHINI M., Un insediamento etrusco di età ellenistica sul versante lucchese, in Paribeni E. (a cura di), Etruscorum ante quam ligurum. La Versilia tra VII e III sec. a.C., Pontedera 1990.

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