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Necropoli ligure di Levigliani

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Informazioni

Stagione consigliata: Primavera - Estate
Epoca: Seconda metà III secolo - inizi II secolo a.C.
Frazione / Località: Stazzema, località Levigliani
Comprensorio: Versilia
Contatti: Museo archeologico versiliese "Bruno Antonucci"
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La profonda valle fluviale del Vezza si presenta come il distretto ligure più importante del versante costiero delle Alpi Apuane, ben protetto alle spalle dall'imponente bastione del monte Corchia.
Degli importanti insediamenti apuani che dovevano controllare la valle rimangono solo le necropoli. A Minazzana, sulla sponda destra del fiume, è stata rinvenuta una sepoltura maschile comprendente elmo e spada.
Nell'area delle Piane Alte di Levigliani è stata individuata a più riprese una vasta necropoli, utilizzata dalla seconda metà del III secolo a.C. agli inizi del II secolo a.C.

(testo di Fabio Fabiani)
Stazzema, località Levigliani
Resti non visibili; i corredi tombali sono esposti nel Museo Archeologico "B. Antonucci" a Pietrasanta.
La necropoli, di cui sono note almeno quindici tombe a cassetta, era disposta su terrazze organizzate sul pianoro digradante alla base della grande parete sud-occidentale del monte Corchia. Le tombe erano raccolte in nuclei corrispondenti ai gruppi familiari e coperte da cumuli di pietrame.
Nei corredi sono frequenti le ceramiche di tradizione ligure, come le olle usate come cinerario, caratterizzate dalla ricca decorazione geometrica dipinta in rosso arancio sul fondo chiaro del vaso. Accanto a queste, le coppe in ceramica a vernice nera, provenienti dall'Etruria settentrionale (Volterra, Pisa) attestano gli scambi commerciali attivi con i centri etruschi. Nelle tombe maschili si rinvengono punte di lancia e di giavellotto spezzate o piegate ritualmente, che ritornano, in dimensioni ridotte, anche nelle sepolture infantili. Di particolare interesse è la presenza di una scure in ferro, testimonianza dell'attività di lavoro nei boschi, richiamata per i Liguri dalle fonti antiche. Il notevole livello di ricchezza raggiunto dalla comunità è documentato da un corredo femminile dove, accanto al cinerario dipinto in rosso arancio e a due coppe a vernice nera, sono stati deposti numerosi oggetti dell'ornamento personale: tre fibule in bronzo, un cinturone, probabilmente in cuoio, di cui rimangono il gancio e una serie di diciotto borchie ornamentali, un anello con castone liscio in bronzo e una ricca collana formata da trenta vaghi d'ambra. Una fuseruola di steatite ricorda inoltre l'attività della filatura assolta dalla donna nell'ambito domestico.
La necropoli costituisce l'unica traccia di un importante insediamento altrimenti sconosciuto, che dovette essere abbandonato al più tardi agli inizi del II secolo a.C.: l'area cimiteriale cessa di essere utilizzata probabilmente in concomitanza con la fase più violenta delle guerre romano-liguri.
  • MAGGIANI A., Levigliani (Stazzema), in PARIBENI E. (a cura di), Etruscorum ante quam Ligurum. La Versilia tra VII e III secolo a.C., Pontedera 1990
  • MAGGIANI A., Le necropoli di Levigliani e Minazzana, in Pietrasanta. Museo archeologico Versiliese Bruno Antonucci, Viareggio 1995
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