Alcuni recenti recuperi hanno permesso di localizzare sulla vetta del Monte Lieto (m 1016 s.l.m.), che si articola in ampi pianori, un vasto abitato.
Le forme e le decorazioni dei numerosi reperti ceramici, che risentono ancora delle influenze del Bronzo recente, indicano che l'insediamento deve essere collocato in un momento antico del Bronzo finale. Il villaggio, arroccato sulla vetta del monte, ospitava una comunità dedita prevalentemente ad attività pastorali, e doveva rivestire una funzione strategica per il controllo delle aree di pascolo.
Tra III e II sec. a.C., la vetta viene nuovamente occupata da un villaggio ligure. Tra i materiali recuperati, oltre a vasi di produzione locale, sono presenti ceramiche a vernice nera e anfore, materiali acquisiti attraverso il commercio con le vicine popolazioni etrusche. In particolare, un frammento di una coppa a vernice nera reca graffita la parte iniziale di un'iscrizione in alfabeto etrusco. La presenza di macine, macinelli, pesi da telaio e fuseruole documentano le attività domestiche femminili di cucina, di filatura e tessitura.
Il villaggio, in posizione arroccata, insieme ad altri insediamenti liguri del versante versiliese (Levigliani), garantiva, da una posizione difesa, il controllo della pianura e dei passi che univano i due versanti delle Apuane, teatro di scontri tra contingenti romani e liguri in lotta tra la seconda metà del III e la prima metà del II sec. a.C.