Le tombe erano costituite ciascuna da un'olla d'impasto contenente le ceneri del defunto, coperta da una grande scodella in bucchero o in ceramica fine; in alcuni casi l'olla-cinerario era protetta da un dolio tagliato a metà e posto rovesciato su di essa. La tomba 8, probabilmente femminile, presenta alcune particolarità: il cinerario è costituito da un'olla in bucchero con le anse decorate da stampigliature circolari raffiguranti la "signora degli animali"; una coppetta, sempre in bucchero, fungeva da coperchio e, all'interno dell'olla, sono state rinvenute sei fibule in bronzo che forse in origine chiudevano il velo nel quale erano raccolte le ceneri della defunta. Per il resto le tombe erano prive di oggetti di corredo.
Tra i reperti provenienti sia dalla necropoli che dall'abitato sono presenti doli e coperchi d'impasto con listelli plastici applicati, decorazione diffusa tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C. nel territorio volterrano e fiesolano.
Elementi quali il rituale funerario, ancora di tradizione villanoviana, l'assenza del corredo nelle sepolture e la limitata estensione (2,50 m) della stessa area sepolcrale, utilizzata per due o tre generazioni consecutive, indicano che la necropoli dovette servire ad un modesto abitato a carattere famigliare, probabilmente non dissimile da quello indagato al Chiarone di Capannori.