Il pianoro sul quale si trovano i resti dell'insediamento del III secolo a.C. è in gran parte artificiale e fu ottenuto con impegnative opere di terrazzamento e livellamenti di scaglie e pietrisco misti a terra.
Nella prima fase di vita, l'area abitata era definita a nord e a sud da due muri paralleli (H e D) di notevole spessore (m 1,20-1,40), con paramento di pietre parzialmente sbozzate, che costituivano lo zoccolo di base per elevati realizzati probabilmente in terra e legno. Le dimensioni di tali opere ne denotano il carattere difensivo, evidenziando la necessità di proteggere adeguatamente l'abitato, almeno nel primo periodo di vita.
All'interno, le strutture conservate, muri di contenimento e di sostegno delle pareti divisorie, delineano un'abitazione articolata, con un grande ambiente e piccoli vani di servizio.
In un secondo momento, il complesso venne ristrutturato e ampliato verso nord, dove si trova un vano fornito di focolare (G) e, forse, un secondo grande ambiente che, come il primo, poteva accogliere un nucleo famigliare.
È probabile inoltre, come suggerisce la struttura H, che l'abitato si estendesse anche nel settore ovest del pianoro, ormai franato.
Tra le ceramiche recuperate nello scavo è presente, oltre a rari frammenti di vasellame a vernice nera, di produzione esclusivamente etrusca, e la caratteristica ceramica fine verniciata in rosso, di produzione locale, una notevole quantità di vasellame da cucina, (olle, coperchi e piccoli contenitori per la conservazione di derrate) in gran parte prodotto con una nuova tecnica rispetto a quella documentata al Monte Pisone, forse acquisita dal territorio etrusco pisano dove è ampiamente diffusa nel III secolo a.C.
L'intensificarsi in questo periodo degli scambi con la cultura etrusca è attestata anche dalla presenza di frammenti di anfore vinarie, che segnalano l'inizio del consumo di vino tra i Liguri Apuani.
Sono stati inoltre rinvenuti pestelli in pietra levigata, fuseruole e pesi da telaio che documentano le attività tipicamente femminili della filatura e tessitura.
L'abbandono dell'abitato, dopo la metà del III secolo a.C., è probabilmente da collegare al mutato clima politico: il progressivo deteriorarsi dei rapporti con gli Etruschi e l'avvio del conflitto con Roma determinò infatti anche la radicale trasformazione del sistema di insediamenti liguri sia in Garfagnana (Monte Capriola) sia nell'area versiliese (Monte Lieto; Monte Altissimo).