Il nome del luogo trae origine dal latino "Campus Regianus". La zona fu contesa fin dal primo Medioevo tra i signori locali infeudati dal vescovo di Luni, i Marchesi Malaspina e l'episcopato lucchese. Solo all'epoca di Castruccio Castracani Lucca consolidò il suo controllo, subito perduto alla morte del condottiero. Dopo alterne vicende Camporgiano tornò sotto Lucca nel 1370 rimanendovi fino all'assedio portato alla città nel 1429 dai fiorentini. Passato sotto il dominio degli estensi, il paese divenne sede di vicaria e ritornò a Lucca solo con la proclamazione del Regno d'Italia, dopo una temporanea assegnazione a Massa Carrara. A Camporgiano è ricordata una chiesa, inizialmente intitolata a San Cristoforo, poi ai santi Cristoforo e Giacomo, già nel "Privilegio" papale del 1154. Sia in tale documento che nelle "Decime" del 1296-97 essa risulta afferire al piviere di S. Pietro al Castello, odierna Piazza al Serchio, all'interno della diocesi di Luni. Da tale diocesi fu distaccata, assieme ad altre parrocchie della Garfagnana Estense nell'atto di istituzione della nuova diocesi di Massa, con bolla papale del 1822. Solo nel 1992, all'interno di un processo di riconfigurazione delle diocesi in base ai confini amministrativi, è entrata in diocesi di Lucca. Distrutta dal terremoto del 1920, l'antica parrocchia fu sostituita per l'espletamento delle funzioni religiose dall'oratorio della Trinità, prontamente ampliato per far fronte alle nuove esigenze. Nella cappella a destra del presbiterio si trova una tavola trecentesca in origine parte di una composizione più ampia, raffigurante la Madonna col Bambino, attribuita ad un raffinato artista noto sotto la denominazione di Maestro di Camporgiano. Questo artista costituisce il parallelo lucchese del pisano Maestro di San Torpè, autore dell'affresco della Madonna delle Rose nell'omonimo oratorio di Lucca, in cui sono ancora evidenti le influenze del linguaggio grottesco. Nella chiesa di Camporgiano era conservata anche un'opera di notevole interesse, oggi esposta a Villa Guinigi: si tratta di una statua lignea della Madonna col Bambino risalente al secondo quarto del Trecento e attribuibile ad Andrea Pisano.