Il territorio di Ceserana contava in età medievale diversi edifici religiosi, di cui alcuni ricordati già nel 1048 e nel 1085. Costruita sulla sommità di una collina, all'interno della fortificazione di cui ha condiviso le vicende, la chiesa di S. Andrea risulta attestata fin dal 1168 quando è menzionata all'interno di una Bolla emessa da Papa Alessandro III come appartenente al piviere di Pieve Fosciana. Ripetutamente citata nel 1244, 1260, 1303, 1378, sembra conoscere un periodo di declino agli inizi del Quattrocento: nel 1420 risulta unita, per ovviare alla scarsità di rendite, a S. Martino di Palleroso e nel 1421 alla chiesa di Riana, benché quest'ultima appartenesse al piviere di Loppia. Peraltro nel 1467 risulta già dotata di fonte battesimale proprio. A causa di dissidi tra il clero che la ufficiava e il governatore estense della fortezza che impediva l'uso della canonica, perdette nel 1626 il rettore, trasferitosi nella vicina chiesa di Migliano. A quest'ultima toccò nel 1661 il titolo di parrocchia, mentre S. Andrea veniva classificata come co-parrocchiale. Nel 1822 con molte parrocchie della Garfagnana, passò a costituire la diocesi di Massa. All'esterno l'edificio ha mantenuto l'aspetto romanico nonostante i ripetuti interventi di restauro effettuati nel corso dei secoli; in particolare nel Seicento tutta la struttura della chiesa fu rialzata e di questa modifica si conservano le tracce anche sulla facciata. Molto più radicali le alterazioni apportate all'interno dove le vestigia della struttura originale sono ormai perdute; nel corso dei menzionati interventi seicenteschi il soffitto a cassettoni fu sostituito da volte e alle pareti vennero addossati nuovi altari. Presso l'altare maggiore si conservano due sculture in legno policromo: la prima raffigurante Sant'Andrea è riferibile all'ambito di Antonio Pardini, mentre la seconda, San Giacomo, è vicina ai modi di Piero d'Angelo.