La chiesa, attestata fin dal IX secolo, con il titolo di S. Stefano, risulta aver ottenuto il titolo di pieve dal secolo successivo, staccandosi dalla Pieve di S. Giulia cui era prima soggetta: infatti nel 913 è questa a risultare afferente alla chiesa di S. Stefano che, divenendo pieve, aveva assunto anche l'intitolazione a S. Giovanni Battista, destinata a prevalere già nel XIII secolo. Per quasi due secoli tutta la Controneria, ampio territorio costituente circoscrizione amministrativa già in epoca longobarda, ebbe il suo centro in questa pieve, nel cui territorio si radicò il possesso degli eredi del visconte Fraolmo, capostipite dei Nobili di Corvara. A quel tempo risale probabilmente il castello che sovrastava la pieve. Nel XIV secolo fu sottoposta ad una trasformazione, che comportò anche l'inversione dell'orientamento, causato da uno smottamento del terreno che aveva ostruito l'accesso alla facciata. Per questa ragione l'abside medievale fu abbattuta e riutilizzata come facciata, mentre una nuova abside venne appoggiata alla facciata originale di cui oggi resta la parte superiore ad archeggiature cieche sovrapposte ornate da una decorazione a losanghe che fanno supporre una datazione collocabile attorno all'XI secolo. Una nuova campagna di interventi, che toccarono soprattutto i soffitti, fu diretta nell'Ottocento da Giuseppe Pardini, responsabile anche della sistemazione dell'area presbiteriale, che fu poi decorata agli inizi del Novecento da Michele Marcucci. La chiesa conserva però anche tracce non irrilevanti dell'arredo più antico. Ancora visibili sono infatti gli altari seicenteschi in legno intagliato (solo ad essere sostituito perché danneggiato da un fulmine è quello del Crocifisso rifatto in marmo nel 1831); presso il primo a destra si trova una statua lignea raffigurante Sant'Antonio abate, mentre presso l'altare maggiore è una versione seicentesca del Volto Santo. L'altare stesso, in marmo, viene però da un'altra chiesa: fu infatti acquistato nel 1791 dalla chiesa di S. Andrea di Lucca. La chiesa possiede anche un pregevole nucleo di insegne processionali di confraternite risalenti al XVII secolo. Tra gli oratori dipendenti, ricordiamo quello di Guzzano, Gombereto e Vetteglia, ricchi di propri arredi ora ricoverati nella pieve per motivi di sicurezza.