Attestata fin dall'839, e poi nel corso dell'XI e del XII secolo, questa chiesa, anticamente denominata "in Lischia", collocata nel tratto orientale delle mura romane, fu totalmente ricostruita agli inizi del XIII secolo con impianto a tre navate su pilastri con capitelli e abside, in muratura a conci di pietra squadrati e alternati a filari di calcare bianco. La porta meridionale della facciata fu costruita dall'"operaro" Michele Bocaforte nel 1258 (come si evince dall'epigrafe in situ). l'interno fu coperto con volte nel XVII secolo. La chiesa subì un restauro nel 1875. L'arredo interno fu cospicuamente arricchito nel Trecento; in particolare, per l'altare dei santi Jacopo e Filippo, Spinello Aretino dipinse il polittico oggi smembrato e conservato in parte a Parma e in parte a Città del Messico. Apparteneva a questa chiesa anche una statua lignea raffigurante Sant´Ansano, oggi attribuita a Jacopo della Quercia e conservata presso la Curia arcivescovile di Lucca, riferibile al secondo decennio del XV secolo. Infine, sull'altare maggiore si osserva l'affresco della Madonna della Fratta; originariamente posto sulle mura duecentesche della città vicino alla posterla della Fratta dove oggi sorge la Madonna dello Stellario. Quando le mura furono distrutte l'immagine fu conservata su un angolo della via, dove fu poi costruito un oratorio, a sua volta distrutto in epoca napoleonica. Dopo un breve periodo di permanenza in S. Pier Somaldi, fu trasferita in questa chiesa per volontà della confraternita di S. Luigi Gonzaga che vi era da tempo ospitata: attiva fin dal 1631, agiva originariamente nella chiesa di S. Benedetto in Gottella. Dal 1923 si fuse con l'altra Compagnia di S. Ansano, anch'essa trasferitasi presso questa chiesa da quella di S. Sisto.