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Santa Maria Corteorlandini, detta Santa Maria Nera

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Informazioni

Fondazione: XII secolo
Telefono: 0583 467464
Sede / Indirizzo: Via Santa Maria Corteorlandini, 10A, Lucca
Frazione / Località: Lucca
Comprensorio: Piana di Lucca
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Questa chiesa di antica origine, ricostruita alla fine del XII secolo, fu rimodellata a partire dalla fine del Cinquecento, quando vi si insediò una neo-istituita e assai attiva Congregazione religiosa, oggi nota come dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Il ruolo ricoperto da essa nel periodo della Controriforma è documentato anche dal corredo interno, raro esempio a Lucca del linguaggio barocco, un tempo comprendente anche opere di Luca Giordano e Guido Reni.
Lucca
Collocata nella zona settentrionale della città con il lato nord inserito nel grande edificio che ospitava il convento dei Chierici Regolari della Madre di Dio, questa chiesa, il cui nome deriva dalla sua antica collocazione nella "curtis Rolandinga", ossia della famiglia dei Rolandinghi, presenta una struttura a tre navate orientata, originariamente con tre absidi, la maggiore delle quali è stata sostituita da una tribuna rettangolare.
Come ricorda un'epigrafe posta presso la porta della sagrestia essa fu ricostruita completamente su un edificio più antico nel 1188 dal maestro Guido: di questa costruzione sono ancora visibili, dopo la ristrutturazione cinquecentesca, solo il fianco meridionale e le due absidi laterali. Il campanile in laterizio risale al XIV secolo.
La chiesa era nel Medioevo eretta in canonica e fu rettoria fino al 1580. La storia della chiesa è però indissolubilmente legata ai Chierici Regolari della Madre di Dio. Questa congregazione fu fondata nel 1574 da Giovanni Leonardi di Diecimo, sacerdote formatosi nel convento domenicano di S. Romano, con il titolo di Preti riformati della SS. Vergine (poi Congregazione dei Chierici secolari della SS. Vergine e dal 1614 dei Chierici Regolari della Madre di Dio): nel 1583 fu eretta canonicamente e nel 1595, con la conferma da Roma, divenne indipendente dal vescovo. Nel 1621 fu elevata da Gregorio XV al grado di ordine religioso, grazie al favore dimostrato dal vescovo Alessandro Guidiccioni senior nel 1580 la congregazione ottenne in sede la chiesa di S. Maria Corteorlandini, e, in pochi decenni, ne fece il più importante centro culturale cittadino, dotato di una vasta biblioteca, dove si formarono alcuni fra i più dotti eruditi lucchesi del XVII e XVIII secolo. Il convento divenne così il massimo polo di diffusione della nuova politica culturale della chiesa dopo la controriforma e tale posizione si manifestò nella trasformazione dell´edificio in uno dei primi e più originali esempi del barocco a Lucca.
Dal 1583 iniziò la trasformazione dell'interno, con la sostituzione delle antiche colonne con nuove in marmo di Carrara e il rifacimento della zona presbisteriale dove nel 1593 fu consacrato l´altare maggiore, poi sostituito nuovamente nel 1719. Nel 1600 un crollo conseguente ai lavori intrapresi determinò l'occasione per avviare un più ambizioso progetto di radicale rinnovamento: l'edificio fu ampliato verso la facciata, totalmente riedificata entro il 1637; all´interno furono rinnovati tutti gli altari e il presbiterio; nel 1662 fu edificata la cappella della Madonna di Loreto contenente la copia della S. Casa del famoso santuario mariano marchigiano. Accanto alla chiesa, sul luogo dell´antica canonica, fu eretto il convento, oggi in parte destinato a sede della Biblioteca Statale. Il riassetto fu completato con una complessa decorazione affidata ad affreschi, stucchi e tele dipinte realizzata da Scorzini e Brugieri entro il 1715.
L'interno rispecchia ancora in linea di massima la situazione cui si giunse in quella fase di ristrutturazione così come gran parte del corredo pittorico è riferibile al XVIII secolo; significativa eccezione è costituita dall´affresco con l'immagine della Madonna emerso in seguito alla rimozione per restauro di una tela seicentesca e riferibile a uno tra i più interessanti autori attivi sul territorio lucchese nel Trecento cui si deve anche una lacunosa Madonna col Bambino conservata a Camporgiano. La chiesa ospitava un tempo anche pregevoli opere di artisti del calibro di Luca Giordano e Guido Reni: il primo dipinse un'Assunta andata distrutta in un incendio all´inizio del Novecento, mentre al secondo si debbono due opere, oggi collocate l'una agli Uffizi, l'altra al museo di Villa Guinigi.
Fitta anche la rappresentanza dei più celebri pittori locali, da Francesco Vanni, a Giovanni Marracci a Gaspare Mannucci.
Opere non meno prestigiose sono un paliotto ricamato con coralli e il grande ciborio eucaristico in argento e lapislazzuli dovuto all'orafo fiammingo Giovanni Vambré il Vecchio.

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