La pieve di Santa Maria di Loppia è documentata per la prima volta nel X secolo d. C. Durante l'Alto Medioevo la pieve di Santa Maria di Loppia era sotto l'influenza dei Rolandinghi, uno dei gruppi signorili più importanti della valle del Serchio, che riscuoteva le
decime ecclesiastiche. Il territorio sottoposto alla pieve era molto ampio, tanto che nel 1260 comprendeva quasi trenta strutture religiose. Verso la fine del Duecento, essa passò sotto il dominio di Guglielmo di Guidone Bizzani. La fase costruttiva più antica è individuabile nel campanile, di cui si conserva solo l'angolo nord-est, al quale si appoggia la chiesa. La pieve fu interamente ricostruita nel XII secolo con
pianta a croce latina a tre
navate con
transetto e
abside semicircolare. L'edificio attuale conserva sostanzialmente questa stessa struttura. In facciata si aprono due
portali architravati dotati di
arco a tutto sesto; un secondo ingresso è presente sul lato ovest del transetto sud e, ai lati delle navate, nei transetti e nell'abside, è visibile una serie di
monofore. Tra Cinque e Seicento, la chiesa subì una pesante ristrutturazione, che vide la ricostruzione quasi integrale del campanile e dell'abside, il rialzo delle navate e dei transetti e l'apertura di grandi finestre in luogo delle monofore. Restauri recenti, riconoscibili in tutto l'edificio, hanno comportato il ripristino delle monofore medievali, la chiusura delle finestre costruite in età moderna, la sostituzione di alcuni
conci e del portale maggiore, di cui si conserva solo lo stipite sinistro. Attualmente la pieve di Santa Maria di Loppia conserva gran parte delle murature romaniche del XII secolo.