La chiesa di San Bartolomeo a Formentale è ricordata a partire dal XIII secolo ma è stata costruita probabilmente nel secolo precedente nelle forme tipiche di tanta architettura sacra medievale lucchese dell’epoca: ad unica navata con abside, è affiancata da una torre campanaria isolata sul lato destro della facciata. Quest’ultima presenta brani di muratura fra i più antichi dell’intero complesso architettonico: era infatti consuetudine, nelle chiese del territorio, che nel caso di una ricostruzione la torre campanaria venisse lasciata in piedi nelle sue forme precedenti, in modo che non venissero meno le sue funzioni anche strategiche di controllo del territorio. La chiesa di San Bartolomeo è stata del resto ampiamente rimaneggiata a più riprese: è accaduto, per l’interno, soprattutto nel corso del Seicento, ma uno degli interventi più consistenti ha riguardato l’esterno della chiesa ed è databile addirittura al secolo scorso. Due campagne di restauro architettonico novecentesche hanno infatti inteso riportare l’edificio ad una malintesa idea di originalità medievale, agendo su tutte le murature anche con una completa bugnatura a martellina che ha di fatto snaturato l’aspetto esteriore dell’edificio. Unica parte rimasta al riparo dalle modifiche è stata l’abside, che continua a mostrare la tipica lavorazione a conci squadrati caratteristica di molte delle architetture dell’area erette nel corso del XII secolo.
All’interno della chiesa è conservata una scultura lignea dell’ultimo quarto del Quattrocento raffigurante San Bartolomeo e assegnabile a Matteo Civitali: nell’opera il santo è raffigurato nudo con un ampio mantello drappeggiato attorno al corpo; in una mano san Bartolomeo stringe il coltello, attributo del suo martirio per spellatura; il volto, teso e emaciato, fa risaltare pienamente la straordinaria abilità dello scultore nella caratterizzazione fisionomica dei personaggi da lui raffigurati e nell’intensita della loro resa psicologica.