La prima attestazione documentaria relativa alla chiesa di San Pancrazio è del 983, quando però la chiesa ancora risultava dipendente dalla pieve di Marlia. La concessione del diritto di battesimo e quindi la dignità di pieve vennne concessa alla chiesa solo nel 984: da allora essa esercitò tale diritto ininterrottamente fino all’epoca moderna, avendo sotto di sé le vicine San Bartolomeo di Ciciana e Sant’Andrea di Saltocchio.
L’edificio attuale è stato ricostruito integralmente nel XII secolo con una struttura a navata unica con unica abside ove si aprono tre strette monofore; altre due monofore si aprono una per parte ai lati dell’abside. La muratura con la quale è condotto l’edificio è costituita da blocchi squadrati di arenaria: l’uniforme cortina grigiastra – a malapena movimentata dagli archetti pensili sulla sommità della facciata e dalle mensole che corrono nel sottotetto lungo i fianchi - offre l’immagine di un monumentale blocco compatto che l’incnografia ad unica nave accentua e sottolinea. Tale scelta appare inconsueta per una chiesa pievana – per le quali veniva adottata solitamente la pianta a tre navate – ma non è del tutto isolata in area lucchese: sono infatti a nave unica anche la vicina Pieve di Sesto, dalla quale il San Pancrazio probabilmente deriva, e le chiese di San Leonardo in Treponzio, Sant’Andrea in Caprile e San Pietro a Marcigliano.
I numerosi interventi post-medievali sulla chiesa sono stati tutti annullati da un restauro purista del 1855 che ha inteso riportare la chiesa al suo originario aspetto medievale.
In chiesa è conservata una scultura lignea dipinta del secondo quarto del Trecento raffigurante una santa di incerta identificazione: per svariati anni, anche con l’utilizzo di aggiunte posticce in stoffa, la si è venerata come Santa Lucia, ma i segni di corona ancora presenti sul capo e la sontuosità del mantello dorato rivestito di vaio fanno piuttosto ipotizzare una santa regina quale ad esempio Santa Caterina d’Alessandria.