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San Bartolomeo

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Informazioni

Fondazione: XII secolo
Frazione / Località: Borgo a Mozzano, località Cune
Comprensorio: Mediavalle
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La piccola chiesa di San Bartolomeo sorge a poca distanza dall’abitato attuale di Cune, di cui costituiva un tempo la chiesa parrocchiale. La nuova chiesa del paese, oggi dedicata anch’essa a San Bartolomeo, è citata a partire dalla fine del Trecento con la dedicazione alla Vergine.
Borgo a Mozzano, località Cune, Via XX Settembre, 55023 Borgo a Mozzano
La chiesa di San Bartolomeo nei pressi di Cune, nota anche come “Romitorio di San Bartolomeo”, è una piccola chiesa a navata unica con abside simile a molte altre sorte nel territorio della diocesi di Lucca nel corso del XII secolo e particolarmente affine a quella di San Martino in Greppo. Il toponimo di Cune è noto invece fin dal IX secolo. La bellezza architettonica del piccolo edificio, compatto e di limpide proporzioni, viene sottolineata dalla suggestione del luogo in cui è sorta, un secolare bosco di lecci nei pressi della antica fortezza del Bargiglio, abbattutta nel 1373.
L’originario impianto medievale era stato modificato con l’aggiunta di un portico, oggi però eliminato e noto soltanto da un disegno eseguito da Giuseppe Matraia per la guida della città di Lucca e del contado che l’erudita andava preparando verso la metà dell’Ottocento: il manoscritto della Guida e il disegno del San Bartolomeo sono conservati nella Biblioteca di Stato di Lucca.
Davanti alla facciata della chiesa sorge ancora oggi la massiccia torre campanaria, condotta con una muratura più rustica di quella a conci squadrati che caratterizza la chiesa.
Nonostante l’isolamento, gli abitanti di Cune continuano a sentire un particolare legame nei confronti della loro antica chiesa, ove fino a pochi anni fa continuava ad essere celebrata la messa della notte di Natale.
Nell’attuale parrocchiale è conservata una statua lignea di San Bartolomeo della prima metà del Trecento proveniente dall’antica chiesa dedicata al santo e degna di nota per la quasi perfetta conservazione della policromia originaria. Sul basamento della statua corre un’iscrizione in parte illeggibile che però ci comunica l’autore della policromia stessa (nella scultura lignea medievale e post-medievale spesso la parte plastica e quella pittorica venivano eseguite da artefici diversi), tale “Johannes de Petrasancta”.
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