Il primo documento che cita la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta è del 786, ma quella chiesa risulta distrutta verso la metà del X secolo e ricostruita integralmente nel 970. Non si hanno tracce di questa fase dell’edificio, che venne nuovamente riedificato nel XII secolo ad unica navata con la facciata a doppio ordine di archeggiature cieche visibile ancora oggi. È evidente in quest’ultima il riferimento alla coeva architettura pisana e alle sue derivazioni registrabili in vari territori affacciati sul bacino del Mar Tirreno, Sardegna in primis. Del resto nella parte bassa della stessa facciata non manca un importante richiamo alla chiesa lucchese di Sant’Alessandro, monumento di riferimento per quella fase dell’architettura medievale lucchese ancora indipendente dagli esiti pisani: infatti la calda arenaria che costituisce il paramento è disposta nel San Quirico a filari di altezze alternate, costituendo così un esempio di quella cosiddetta muratura pseudoisodoma che caratterizza appunto il Sant’Alessandro e le chiese da lui derivate. Risente di questo clima culturale anche la lastra con santo vescovo acefalo murato in controfacciata, mentre i capitellini decorati nel secondo ordine di facciata sono di epoca posteriore e piuttosto avvicinabili alla produzione di Biduino, scultore attivo nella seconda metà del XII secolo. In questi anni la chiesa dipendeva dalla pieve di San Frediano di Lunata, come risulta dalle Rationes Decimarum del 1260. L'edificio venne poi pesantemente danneggiato da un incendio trecentesco, ma non conosciamo le modifiche che subì in questa occasione. Un intervento molto consistente fu invece quello che vide, nel 1642, l’aggiunta delle navate laterali, che vennero però in facciata integrate perfettamente con la struttura medievale. Nell’Ottocento, infine, venne aggiunto il transetto e modificata la zona absidale, oltre che l’interno, dove volta e catino absidale vennero decorati dal pittore Michele Marcucci nel 1897, autore anche della tela con Sacro Cuore nel braccio sinistro del transetto e di quella con Anime del Purgatorio nel secondo altare di destra. Nel 1448 il pittore Borghese di Pietro Borghese – che per questo è stato a lungo noto solo con il nome di Maestro dei santi Quirico e Giulitta - dipinse il polittico con I santi Quirico e Giulitta, alcuni scomparti del quale sono conservati a Londra al Courtauld Institute.